Diciamocelo una volta sola per incoraggiamento: il pallone è rotondo, sono cose che capitano. Anche perdere contro una quasi retrocessa. Era successo col Chievo che stava in B, figurarsi se non può succedere con una "quasi" in B.
E visto che l’ottimismo, esaurito allo stadio Via del Mare, me lo ha fatto tornare mister Pioli, rilancio con: siamo ancora secondi.
Adesso arriva la buona notizia; se non siamo ancora fuori dal sogno Scudetto, lo dobbiamo al Milan. Ma saremo ancora in corsa? Allora ripeto: il pallone è rotondo!
Grazie Pioli, grazie!
Arriva anche un’altra bella notizia: la Juve sa perdere malamente.
Voglio fare però lo stesso un piccolo riassunto di questo cataclisma piovuto su di noi in due giornate di campionato, nefaste e con 5 reti subite.
C’è crollato il mondo addosso con tutto il suo peso e ci siamo svegliati da un sogno bellissimo che c’aveva cullati durante il lockdown.
Oggi mi chiedo se la Lazio sia tornata in lockdown.
Faccio lo stesso un passo indietro recuperando un po’ di lucidità, quella che a stento possiedo.
Da dove siamo partiti noi, con du’ spicci spesi in estate che hanno portato a Formello Adekanye ragazzotto promettente ma non prontissimo, Vavro dal cartellino inspiegabile, Jony praticamente omaggio del Malaga e l’unico vero innesto Lazzari, ne abbiamo macinati di chilometri.
Tutto quello che abbiamo visto sabato per colpa di chi non ha fatto mercato a gennaio e martedì per colpa di chi stava in campo, non può comunque cancellare il bello vissuto prima dello stop per il coronavirus. 
L’obiettivo era entrare in Champions, lo stiamo centrando. Punto. Lo Scudetto non ce l’ha promesso nessuno.
Questa è la sola verità servita con dovizia di particolari. 
La Lazio che avevamo imparato a conoscere, non si riconosce più nemmeno da sola.
A Lecce ha perso meritando di perdere.
I biancocelesti hanno messo in campo il niente di tutto, forse solamente i nervi di Patric "the cannibal" che scapoccia  e morde.
Perfetta fotografia del momento di grandissima frustrazione.
La degna conclusione per uno spettacolo a tratti indegno.
Cuore, palle e scintillio, i ragazzi di Inzaghi hanno lasciato tutto in isolamento a casa loro.
La fatica nelle gambe ma ancor più nella testa, aveva dato accenni preoccupanti già contro Torino e Fiorentina, ma si sa, quando si vince allora tutto è bello.
Tutto è superficiale.
È stato il Milan a riportarci a terra con uno schiaffo in piena faccia, anche sabato però, si erano alzati gli alibi: "se non hai gli attaccanti che vuoi fare"?
Alibi che certo non poteva dirsi validi per la dirigenza perché, i 3 schiaffi presi dal Milan, sono stati figli della noncurante condotta di gennaio quando qualche "colpo di rattoppo" si sarebbe potuto dare.
Oh, non esiste solo Giroud.
Il Lecce ha fatto una bella partita, l’ha giocata per almeno 70 minuti, lasciando alla Lazio solo gli ultimi 20 +10 del lunghissimo recupero. 
Questi sono i fatti: una squadra superficiale con 71 gol subiti, la peggiore difesa del campionato e d’Europa, ha tenuto botta contro la seconda della classe e quella che, almeno fino a qualche tempo fa vantava, al contrario dei salentini, la quinta migliore retroguardia in Europa.
Già nel primo tempo l’impressione era quella di una Lazio sull’orlo della crisi di nervi. Fisicamente e mentalmente.
Lucas Leiva un fantasma che non ha saputo giocare una palla e sul gol di Babacar è stato tra i più colpevoli. 
Lazzarri ha corso ma, i più attenti osservatori, avranno sicuramente notato che il ritmo andava calando.
Luis Alberto senza conigli nel cilindro, Acerbi non è stato il baluardo pre-coronavirus, Immobile evanescente.
Eppure io non me la ricordavo così la Lazio.
Alla fine non mi erano rimaste più parole, ma solo imprecazioni troppo logorate dall’utilizzo.
A farmi sorridere è stato mister Pioli capace di prendere un Milan allo sbando e trasformarlo in una forza capace di fare fuori le prime della classe.
Le reginette si sono tolte la corona.
E lo vogliono mandare via.
Nessuno c’ha promesso lo Scudetto, la Juve è scappata a +7, ma 7 sono comunque meglio di 10!
Grazie Pioli, grazie.
E siamo ancora secondi!

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